25 dicembre 2020

Lea Goldberg - Il ruscello tra i campi

 Un brivido al ricordo

Dei campi innevati

Sulla terra dura e ossuta,

Un sospiro di fremente attesa

Tra noi amanti indecisi. 

In un'altra terra

Nessuna neve che cade.

Il mio respiro è un sibilo,

Cerco aria continuamente

Per il mio corpo arreso.

Grande è nonostante tutto

Il mio sorriso felice.

Con la neve o il sole

Ci sarà un ruscello che scorre

E due amanti che si baciano,

Mentre un'anziana donna

Ricorderà con affetto

I momenti di amore.

19 dicembre 2020

Raymond Carver - La poesia che non ho scritto

Ecco la poesia che volevo scrivere
prima, ma non l’ho scritta
perché ti ho sentita muoverti.
Stavo ripensando
a quella prima mattina a Zurigo.
Quando ci siamo svegliati prima dell’alba.
Per un attimo disorientati. Ma poi siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la città vecchia.
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Così felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.

11 dicembre 2020

Mark Strand - Specchio

Un salone bianco nel vivo di una festa
e io stavo con amici
sotto un grande specchio dalla cornice dorata
leggermente inclinato in avanti
sopra al caminetto.
Bevevamo whisky
e alcuni tra noi, non provando dolore,
disquisivano
su quale fosse l’esatta sfumatura di giallo
che il sole cadente conferiva ai nostri bicchieri.
Chiusi gli occhi solo per un poco
poi alzai lo sguardo allo specchio:
una donna vestita di verde stava
appoggiata alla parete più lontana.
Pareva assente,
le dita di una mano
giocavano nervose con la collana,
e lei guardava fisso nello specchio
non me, ma oltre di me, uno spazio
che poteva essere colmato da qualcuno
che ancora doveva arrivare, che in quell’istante
forse iniziava il viaggio
che l’avrebbe condotto da lei.
Poi, d’improvviso, gli amici
dissero che era ora di muoversi.
Sono passati anni,
e anche se ho scordato
dove andammo e chi fossimo,
ricordo ancora l’istante in cui alzai lo sguardo
e vidi la donna guardare fisso oltre di me
un luogo che potevo solo immaginare
e ogni volta provo una pena acuta,
come se in quel momento uscissi
dalle profondità dello specchio
ed entrassi nel salone bianco, ansimante e ardente,
soltanto per scoprire troppo tardi
che lei lì non c’è.

04 dicembre 2020

Antonio Gasperini - Il resto è tutto nebbia

È giunta l’età dei passi corti ed io,
che non ho più parole per combattere
il vociare di questo mondo arrabbiato,
fuggo di nascosto
come un soldato che in trincea
è rimasto senza munizioni.
Da solo salgo la costa degli olivi
che mi sono rimasti amici
e mi accolgono in silenzio, senza domande.
Il posto è una carezza
e da lì - con gli occhi del cuore –
leggo i segni della terra
che mi ha allevato senza fretta,
libero come un uccello.
Da lì posso ancora volare
- senza paura di sbagliare direzione –
sui sentieri e in tutti quei paesi
dove la domenica giungeva Palota
col suo asinello
e due panieri di ghiottonerie
che sistemava sul piazzale della chiesa:
carrube e semi di zucca in uno,
caramelle e liquirizia nell’altro...
Se mi fermo là
godo l’odore del vento
il sole che rischiara i ricordi
e l’eco di quelle parole schiette
che è acqua di sorgente buona
che ti disseta
ogni volta che parli.
Fuori di lì, oggi
il resto è tutta nebbia!

29 novembre 2020

Michalìs Ganàs - Sull'amore

Riluce e splende come il rame

di un ramaio di Yànnina il tuo sorriso

le tue parole esplodono dentro di me
come le bombe a mano.
Corpo che ti dimenavi come una bestiola
prima di addormentarti,
da tre notti su due guanciali
aspiro nicotina,
corro con la febbre a ottanta
poi a duecento
divento matto per le strade.
Lezione amara la solitudine
e la morte un gomitolo nero
vieni con l’amore
vieni con l’acqua.
Non mancare più non lasciarmi
mano diafana cuore incorrotto,
ti amo e mi spaventi,
mi hai dato il pane e il chiaro delle stelle
e ancora il metallo del seno
e il timpano dormiente del tuo corpo.

22 novembre 2020

Paul Celan - Ninna Nanna

Oltre il lontano delle cupe pianure
mi eleva la mia stella nel tuo sangue fervente.
Non piú allo strazio da noi due provato
si arrovella, lei che lieve riposa nel crepuscolo.

Come ti adagerà, tesoro, e cullerà,
sí che l’anima sua coroni il canto?
Mai, dov’è sogno e amanti giacciono,
un silenzio è suonato cosí strano.

Ora che solo ciglia delimitano le ore,
si palesa la vita dell’oscurità.
Amata, chiudi gli occhi, quanto splendono.
Mondo nient’altro sia che la tua bocca fulgida.

14 novembre 2020

Jaime Sabines - Io non lo so

 Io non lo so con certezza, però immagino

che una donna e un uomo
un giorno si amano,
rimangono soli poco a poco,
qualcosa nel loro cuore gli dice che sono soli,
soli sulla terra si penetrano,
si uccidono l’un l’altro.

Tutto accade in silenzio. Come
si fa luce dentro l’occhio.
L’amore unisce corpi.
In silenzio vanno riempiendosi l’un l’altro.

Un giorno qualunque si svegliano, sopra altre braccia;
pensano allora che è tutto chiaro.
Si vedono nudi e sanno tutto.

(Io non lo so con certezza. Lo immagino.)

07 novembre 2020

Alexandros Isaris - L'arco del sorriso

Un altro corpo vicino a te la notte

Statue ornano il tuo letto

E rose che profumano di gelsomino.

Brillano nella tenebra le coperte

La pelle cristallo gocciolante.

La linea della bocca nell’arco del sorriso

Le membra tenere nel miele

I tuoi occhi stretti e nella stanza

Ali di angeli e di uccelli che ti stordiscono

Svolazzando.

30 ottobre 2020

Bertran de Born - dai "Sirventesi"

Guerre e lotte d'amore mi rallegravano, 

Donne belle e gentili si affannavano per attirarmi.

Quanto piacere, quanta gioia! 

Poi alla mia amata consegnai il mio cuore, 
Solo per lei cantai e scrissi versi. 

Quanto piacere, quanta gioia!

20 ottobre 2020

Al-Mutanabbī - da Dīwān

Un lungo viaggio mi aspetta. 
Molti dubbi, molte incognite. 
Poche cose porto con me, 
Indispensabili, irrinunciabili. 
Riflesso di sole è il mio cavallo, 
Mai stanco e sempre al mio fianco. 
La mia scimitarra, la carta e la penna. 
Il volto della mia amata, che mi aspetta a casa.
E soprattutto l'unico mio dio, clemente e misericordioso. 
Beati coloro che seguono la retta via, 
La loro gioia non avrà fine.

12 ottobre 2020

Sesto Properzio - da Elegie

Voi amici, che tardi cercate di farmi rinsavire 

Trovate un rimedio per un cuore malato. 

Sopporterò con forza il ferro e il fuoco, 

Purché possa gridare ciò che mi strazia. 

Portatemi tra popoli lontani, nei mari estremi, 

Dove non una sola donna conosca il mio viaggio. 

Restate, voi, che il dio ascolta benevolo, 

Siate sempre concordi e quieti in un amore. 

La mia Venere in me perpetua notti amare, 

E Amore non mi dà un attimo di tregua.

19 settembre 2020

Nichita Stănescu - L'abbraccio

Quando ci siamo intravisti, l’aria fra noi ha gettato d’un tratto 

la sua immagine degli alberi, indifferenti e vuoti,

da cui si lasciava attraversare.

Oh, ci siamo lanciati, chiamandoci per nome,
l’uno verso l’altro, e così velocemente,
che il tempo si è schiacciato fra i nostri petti,
e l’ora, colpita, si è frantumata in minuti.

Avrei voluto conservarti tra le mie braccia
così come tengo il corpo dell’infanzia, nel passato,
con le sue morti irripetibili.
E avrei voluto abbracciarti con le costole. 

11 settembre 2020

Ingeborg Bachmann - Spiegami amore

Spiegami, Amore!

L’acqua è capace di parlare,

l’onda prende per mano l’onda,

nella vigna il grappolo si gonfia,

si fende e cade. E con quale candore

sbuca dalla sua casa la lumaca!

Una pietra sa come intenerire l’altra!

Spiegami, Amore, quello che io non so
spiegarmi:

In questo breve, orribile tempo

dovrò tenere per compagno soltanto
il pensiero, 

E sola nessun affetto avere né donare?

Pensare occorre? 

E nessuno che avverta la nostra mancanza?

Non mi spiegare nulla. 

Vedo la salamandra guizzare attraverso tutti i fuochi.

Non la incalza alcun fremito, e non prova
nessun dolore.

04 settembre 2020

Teofilis Tilvytis - Incubo

Quando la notte lascia spazio al giorno

Finalmente chiudo gli occhi. 

Il corridoio della vecchia casa di famiglia 

Bella e accogliente come le voci allegre dei nonni. 

Mio padre mi viene incontro con una candela 

Bocca piegata e triste ma più nessuna traccia di malattia. 

Mi cede la candela e mi dice di proseguire solo,  

Stanze vuote e polverose si aprono al mio passaggio.

Tutti i ricordi sono svaniti nel nulla 

E io impaurito corro senza fine. 

Mi sveglio sudato e stanco 

In una tiepida giornata di settembre. 

Ma quella candela sul tavolo? 

Quando ce l'ho messa?


28 agosto 2020

Afanasij Ket - Invano

Invano, mia divina, confuso tra la folla,

Per via rumorosa depresso me ne andrò;
Ormai con te il destino più non mi fa incontrare,
E gli occhi tuoi brillanti da nessuna parte troverò.

Mi sei apparsa una volta tu, quale magnifica visione,
In mezzo a innumerevoli, inerti persone, –
Fuggevoli sono giovinezza, amore e piacere,
E fama, e sogni, ma tu più fuggevole ancora sei.

Qualcosa di nuovo dissero a me questi occhi,
E senza volerlo di verità nuova il petto è ricolmo, –
Come se all’alba, alzata la tenda della notte,
Vedessi io immagini d’ammaliante sogno.

E dolce fu il mio sogno pur se per un attimo solo! –
Però, gravato da involontaria angoscia,
Adesso vado in giro solo e ti aspetto, visione,
E chiaro davanti a me aleggia un sogno luminoso.

21 agosto 2020

Marcos Ana - Mia casa e mio cuore

Se un giorno tornerò alla vita

la mia casa non avrà chiavi:

sempre aperta, come il mare,

il sole e l’aria.

Che entrino la notte e il giorno,

la pioggia azzurra, la sera,

il pane rosso dell’aurora;

la luna, mia dolce amante.

Che l’amicizia non trattenga

il passo sulla soglia,

né la rondine il volo,

né l’amore le labbra. Nessuno.

La mia casa e il mio cuore

mai chiusi: che passino

gli uccelli, gli amici,

e il sole e l’aria.

14 agosto 2020

Louis Aragon - Quando tutte insieme

Quando tutte insieme le parole del mondo ti avrò dato
Tutte le foreste d’America e tutte le messi notturne del cielo
Quando ti avrò dato ciò che brilla e ciò che l’occhio non può vedere
Tutto il fuoco della terra come una coppa di lacrime
Il seme maschile delle specie diluviane
E la mano di un bambino
Quando ti avrò dato il caleidoscopio dei dolori
Il cuore in croce le membra spezzate
L’arazzo immenso delle genti torturate
Gli scorticati vivi sul palco del supplizio
Il cimitero sventrato degli amori sconosciuti
Tutto ciò che trasportano le acque sotterranee e le vie lattee
La grande stella del piacere nell’infermo più miserabile
Quando ti avrò dipinto questo vago paesaggio
In cui le coppie si fanno fotografare alle fiere
Pianto i venti per te cantano fino a spezzarmi le corde
La messa nera dell’Adorazione perpetua
Maledetto il mio corpo e maledetta la mia anima
Bestemmiato l’avvenire e bandito il passato
Fatto di tutti i singhiozzi un carillon
Che dimenticherai nell’armadio
Quando non vi saranno più usignoli negli alberi a furia di lanciarli ai tuoi piedi
Quando non vi saranno più metafore in una mente folle per fartene un fermacarte
Quando sarai sfinita dal culto mostruoso che ti tributo
Quando non avrò più voce né ventre né volto e piedi e mani non avran più spazio per i chiodi
Quando tutti i verbi umani avranno infranto nelle mie dita il loro vetro
E la mia lingua e il mio inchiostro saranno inariditi come una stazione sperimentale per razzi interplanetari
E i mari non si saranno lasciati dietro che il candore accecante del sale
Così che il sole abbia sete e la luce oscilli su quel pavimento di cristallo
Lo scisto spento il firmamento amorfo e l’essere per sempre spossato dalle mutazioni...
Io inventerò per te la rosa.

07 agosto 2020

Imperatore Hui Zong - Il sole sulle rocce

Il caldo avvolge il giorno con la sua ferocia. 

Io mi avvolgo nella mia veste e soffro il freddo. 

Il sole raggiunge anche le rocce più nascoste.

Ma non può raggiungere il mio animo.

Gioisco e sorrido per l'allegria dei miei sudditi.

Mi dispero per il mio amore chiuso in una tomba gelida. 

31 luglio 2020

Giuseppe Ungaretti - La notte bella

Quale canto s’è levato stanotte 
che intesse 
di cristallina eco del cuore 
le stelle 
Quale festa sorgiva 
di cuore a nozze 
Sono stato 

uno stagno di buio 
Ora mordo 
come un bambino la mammella 
lo spazio 
Ora sono ubriaco 
d’universo.

24 luglio 2020

Gustaf Fröding - Dal treno di Henbygden

C'è luccichio tra le nuvole e luccichio nel lago, ci sono luci su spiagge e promontori, 
e intorno c'è il bellissimo bosco verde
dietro l'erba ondeggiante dei prati. 
E con gli accordi estivi di bellezza e vento 
la foresta resiste nella mia terra
e mi saluta felice. 
Ma dove era  la fattoria di mio padre 
c'è il vuoto dietro la fila di aceri. 
È vuoto, è bruciato, è devastato e nudo, 
dove era la roccia è nuda, 
ma oltre a ciò il ricordo 
con il vento si raffredda, 
e quel ricordo è tutto ciò che resta.

17 luglio 2020

Odisseas Elitis - Anniversario

Ho portato la mia vita fino a qui
Fino a questo punto che lotta
Sempre vicino al mare
Giovinezza sulle rocce, petto
Contro petto nel vento.
Dove mai può andare un uomo
Che non è altro che uomo
Contando con la rugiada i suoi verdi
Attimi, con le acque le visioni
Del suo udito e con ali i suoi rimorsi
Ah vita
Di un ragazzo che si fa uomo
Sempre vicino al mare quando il sole
Gli insegna a respirare là dove scomparirà
L’ombra di un gabbiano.

Ho portato la mia vita fino a qui
Bianchi addendi totale nero
Pochi alberi e pochi
Ciottoli bagnati
Dita leggere per carezzare una fronte
Quale fronte
Ha pianto tutta la notte l’attesa e non c’è più
Non c’è più nessuno
Che faccia risuonare libero il passo
Sorgere rinvigorita la voce
E sciabordare le prue nel molo scrivendo
Un nome più azzurro all’orizzonte
Pochi anni e poche onde
Remigare sensibile
Nelle baie che circondano l’amore.

Ho portato la mia vita fino a qui
Solco amaro inciso nella sabbia che scomparirà.
– Chi vide due occhi sfiorare il suo silenzio
E riunì il loro splendore cingendo mille mondi
Ricordi agli altri soli il suo sangue
Più vicino alla luce
C’è un sorriso che ripaga la fiamma –
Ma qui in luogo ignaro che svanisce
In un mare aperto e impietoso
Il successo perde le piume
Turbinio d’ali
E di attimi legati alla terra
Terra dura sotto piedi
Impazienti, terra da vertigini
Vulcano estinto.

Ho portato la mia vita fino a qui
Pietra votata all’umido elemento
Più lontano oltre le isole
Più in basso delle onde
In compagnia delle ancore
– Quando passano le chiglie fendendo impetuose
Un nuovo ostacolo e lo vincono
E con tutti i delfini albeggia la speranza
Vittoria del sole in un cuore umano –
Le reti del dubbio tirano su
Una figura di sale
Scolpita a fatica
Indifferente bianca
Che volge verso il mare l’orbita vuota degli occhi
Sorreggendo l’infinito.

10 luglio 2020

Julio Cortázar - Dopo questi piaceri

Questa notte, cercando la tua bocca in un’altra bocca
quasi credendoci, perché così da cieco è questo fiume
che attira nella donna e mi sommerge fra le sue palpebre,
che tristezza nuotare infine verso la riva del sopore
sapendo che il sopore è questo schiavo ignobile
che accetta le monete false, le fa circolare sorridendo.

Scordata purezza, come vorrei riscattare
questo dolore di Buenos Aires, questa
attesa senza pause né speranza.
Solo nella mia casa aperta sul porto
un’altra volta incominciare ad amarti,
un’altra volta incontrarti al caffè la mattina
senza che tante cose irrinunciabili
fossero accadute.
E non dovermi accontentare di questo oblio che sale
verso il nulla, per cancellare dalla lavagna i tuoi pupazzetti
e non ritrovarmi soltanto una finestra senza stelle.

03 luglio 2020

Erich Fried - Come ti si dovrebbe baciare

Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo
che bacio
Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio

il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede
che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
cosí come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo
sarà trascorso.

26 giugno 2020

Ghiorgos Themelis - Inizio

Non canto le navi che ritornano,
le stelle che ricamano girasoli sul cinto dell’estate.
Né le rondini che volano nel cielo,
per prendere il sangue di un’alba e tingerne i fiori…

Di notte sellano i cavalli, di notte passano, all’alba si disperdono,
alla ricerca di uccelli piumati e di donne slanciate,
che brillano sui cuscini quando dormono la notte.

Brillano e sognano un grande amore,
un grande figlio.
Che abbia un sole nei capelli, una luna come specchio.
E l’aquila sul volto a vegliare sul suo sonno.

19 giugno 2020

Dario Bellezza - Forse mi prende

Forse mi prende malinconia a letto
se ripenso alla mia vita tempesta e di
mattina alzandomi s’involano i vani
sogni e davanti alla zuppa di latte
annego i miei casi disperati.

Gli orli senza miele della tazza
screpolata ai quali mi attacco a bere
e nella gola scivola piano il mio
dolore che s’abbandona alle
immagini di ieri, quando tu c’eri.

Che peccato questa solitudine, questo
scrivere versi ascoltando il peccatore
cuore sempre nella stessa stanza
con due grandi finestre, un tavolo
e un lettino di scapolo in miseria.

E se l’orecchio poso al rumore solo
delle scale battute dal rimorso
sento la tua discesa corrosa
dalla speranza.

12 giugno 2020

Robert Desnos - Ti sognai così a lungo

Ti sognai così a lungo che hai perso la tua natura reale.
C’è ancora tempo per raggiungere questo corpo vivo e baciare su quella bocca la nascita della voce che mi è cara?


Ti sognai così a lungo che le mie braccia abituate, nello stringere la tua ombra, a incrociarsi sul mio petto non si piegherebbero, forse, lungo la linea del tuo corpo.
E, di fronte alla parvenza reale di ciò che mi assilla e governa da giorni e anni, è indubbio che diverrei un’ombra.
O altalene sentimentali.


Ti sognai così a lungo che non è, senza dubbio, più il momento di svegliarmi. Dormo in piedi, il corpo esposto a tutte le apparenze della vita e dell’amore e di te, la sola che conti davvero oggi per me, mi sarebbe più difficile toccare la tua fronte e le tue labbra rispetto alle labbra
e alla fronte del primo venuto.


Ti sognai così a lungo, ho così a lungo camminato, parlato, dormito con il tuo fantasma che non mi resta più
che essere fantasma tra i fantasmi e cento volte più ombra dell’ombra che passeggia e passeggerà allegramente
sul quadrante solare della tua vita.

05 giugno 2020

Osip Mandelstam - Silentium

Lei dal suo mare non è ancora nata, 
Lei è musica ed è insieme parola: 
È il legame che mai si potrà sciogliere 
Fra tutto ciò che vive nel creato. 
Respirano calmi i seni delle onde, 
Ma un chiarore impazzito il giorno illumina, 
E stanno i lillà scialbi della schiuma 
Dentro un vaso color celeste-nero. 
Ritrovino le mie labbra, 
Recuperino la mutezza lontana, 
Primordiale, simile a una nota di cristallo 
Che vibra, fin dal suo nascere, pura. 
Rimani quel che sei – schiuma, o Afrodite, 
Tu, parola, rifluisci in musica, 
Vergognati del cuore, 
O cuore, fuso con l’elemento primo della vita. 

29 maggio 2020

Marc Chagall - Per Vava

Con te io sono giovane
Quando laggiú gli alberi minacciano
E il cielo vanisce in lontananza
I tuoi occhi mi toccano

Quando ogni passo si perde sull’erba
Quando ogni passo sfiora le acque
Quando le onde mi fervono in testa
E dall’azzurro qualcuno mi chiama

Con te io sono giovane
Cadono i miei anni come foglie
E qualcuno colora le mie tele
Allora esse brillano di te

E sul tuo volto il sorriso è radioso
Piú chiaro assai delle nubi piú chiare
Allora io corro dove sei
Dove mi pensi e dove mi attendi

22 maggio 2020

Publius Ovidius Naso - da Amores (Amori)

Originale in latino:

Saepe meae “tandem” dixi “discede” puellae:
In gremio sedit protinus illa meo.
Saepe “pudet” dixi: lacrimis vix illa retentis
“Me miseram, iam te” dixit ” amare pudet?”
Implicuitque suos circum mea colla lacertos
Et, quae me perdunt, oscula mille dedit.



Versione in italiano:

Spesso alla mia ragazza ho detto "basta" e "vattene":
Lei viene a sedersi sulle mie ginocchia.
Spesso ho detto "mi vergogno": trattenendo a stento le lacrime.
"Povera me, ma anche tu" disse "Si può amare?"
Subito mi circondò con i suoi abbracci.
E mi dette mille baci nei quali mi perdo.

15 maggio 2020

Gio Evan - Sei libera di andare

Non mi importa se vai
se te ne vai lontano
sei libera di allacciarti le scarpe
e iniziare i progetti
che hai sempre avuto in testa
di vedere posti nuovi
di vedere nuvole diverse
di conoscere venti caldi
palme altissime e mari bianchi
nuove specie di formiche giganti
ippopotami liberi
falene alte quanto me
sei libera di avere paura
e poi gioia
e poi paura e gioia insieme
sei libera di scombussolarti
come meglio credi
sei libera di andare
libera di andare lontano
dove i cartoni animati sono
in lingua straniera
dove le piste ciclabili funzionano
dove i semafori sono di forma simpatica
dove i morti si cremano
o dove non si muore quasi mai
dove c’è sempre la neve
dove tutto si risolve a bassa voce
libera di prendere
la strada giusta
libera di tornare indietro
e prendere poi
quella sbagliata
che le strade sbagliate
spesso non portano a niente
ma il più delle volte
le strade sbagliate
sono quelle
con dei paesaggi meravigliosi
puoi andare dove vuoi
sei libera
fatti una valigia comoda
e metti tutto l’essenziale:
felpa
portafoglio
asciugamano
medicine omeopatiche
non mi importa se vai
se te ne vai lontano
sei libera per sempre
di fottere le suole
delle tue scarpe
sulle strade che vuoi
puoi andare dove vuoi
puoi andare sempre
dove vuoi,
io vengo con te.

08 maggio 2020

Fëdor Ivanovič Tjutčev - L'ultimo amore

Oh come sul declinar degli anni
Più teneramente e superstiziosamente amiamo!
Splendi, splendi, luce d’addio,
Dell’ultimo amore, del crepuscolo!

Ormai metà del cielo è coperta d’ombra,
Ancora all’occidente erra solo un raggio,
Indugia, indugia, giorno che declini,
Prolungati, prolungati, incantesimo!

Che importa se più fioco è il sangue,
Nel cuore la tenerezza non si spegne…
Oh tu, mio ultimo amore,
Sei la felicità e la disperazione.

01 maggio 2020

Guillermo Fernández - Sono sceso giù

Sono sceso giù in strada
Pensando mi chiamassi.
C’erano solo ombre
E un’unghietta di luna
In un cielo così grande e indigente.

Salgo ancora le scale
Senza avere una meta,
Sento ancora i tuoi passi
Nel riflusso del sangue
Che affluisce e ferisce
Là dove fai più male,
Là dove più mi manchi.

La speranza
Di rivederti non invecchia.
Ogni mattina
Osserva nello specchio
Quanti anni ha nel volto.
Non sei cambiata in nulla”,
Le dico, e mi sorride
con un poco di lacrime.

25 aprile 2020

Nina Berberova - Il cuore non può smettere di amare

Il cuore non può smettere di amare. Imbrunisce il giorno, passano gli anni, 
E il cuore continua la sua esistenza 
E ascolta le stagioni e le acque. 
Il cuore continua a vivere. 
Così sulla piazza, 
Del tutto a sproposito 
Continua a farci ridere 
Il mangiatore di spade 
Coperto di ferite. 
E il prestigiatore che fiammeggia 
Come una cometa 
E ha la bocca bruciacchiata 
Rammenta a questo cuore 
Che non ha la forza 
Di smettere di amare, vuole vivere, 
Del tutto a sproposito, è così fragile, 
Così piccolo, non respira ma trema, 
E pare divenuto vecchissimo 
Per i naufragi e le offese, 
I banchi di sabbia, i mari e le foci. 
Ma il cuore continua a vivere: 
Non scricchiolerà sotto lo stivale, 
Non struggerà nel fuoco.

17 aprile 2020

Lang Laev - Volersi bene

Una volta mentre correvo,
Via da tutto ciò che mi perseguitava;
Stavo per arrendermi alle tenebre,
A un insopportabile dolore.
Cercavo quell’unica cosa,
Che avrebbe liberato
La mia anima triste.
Col tempo la trovai per caso,
Una pace e una quiete interiore;
E ora sto iniziando a vedere e a credere
In ciò che sto diventando
E in tutto quello
Che devo ancora essere.

10 aprile 2020

Elisa Biagini - Quando l'occhio si oscura

Quando l’occhio si oscura 
Non cercare il calore della mano 
Che la palpebra abbassa, 
Scappa la melodia della parola, 
La voce che ti sorride coi denti rifatti. 
Se la lingua è mondo, è specchio, 
Trovatici con la pupilla spalancata, 
Pescaci da quel nero, 
Quell’inchiostro che dica la parola verticale. 
Alla sua ombra crescono domande, 
Si fa spazio al respiro del pensare. 
Non parola orizzontale che sommerge, 
Ma il bianco dei margini, 
La pausa che copre 
L'assenza tra te e me.

03 aprile 2020

Edith Södergran - Primavera nordica

Tutti i miei castelli d’aria 
Si sono sciolti come neve, 
Tutti i miei sogni defluiti come acqua, 
Di tutto ciò che ho amato 
Mi rimane un cielo azzurro 
E qualche pallida stella. 
Il vento si muove piano tra gli alberi. 
Il vuoto riposa. 
L'acqua è silenziosa. 
Il vecchio abete sta sveglio 
E pensa alla nuvola bianca 
Baciata in sogno.

27 marzo 2020

Yūsuf al-Khāl - Il faro

Immagino spesso un grande faro 
Che inonda di luce i nostri occhi stanchi. 
Siamo un cielo che perde le sue stelle, 
Finiti i sogni e la magia di notti infantili. 
Seguo il percorso di passioni e desideri 
Per dimenticare il grigio delle ore.

Cosa ci attende al di là del mare? 
Solo illusione e un'inutile speranza? 
O un sorriso che attende di rinascere 
Dopo la notte che sta per terminare? 
Forse una lacrima per molti rimpianti 
Di non aver trovato quello che cercava. 

20 marzo 2020

Sylvia Plath - Specchio

Sono d’argento e rigoroso.  
Non ho preconcetti. 
Quello che vedo lo catturo all’istante 
Così com’è, 
Non velato da amore o da avversione. 
Non sono crudele, sono solo veritiero. 
L'occhio di un piccolo dio, quadrangolare.  Passo molte ore a meditare 
Sulla parete di fronte. 
È rosa e macchiettata. 
La guardo da tanto tempo 
Che credo faccia parte del mio cuore. 
Ma c’è e non c’è. 
Facce e buio ci separano ripetutamente. 
Ora sono un lago. 
Si china su di me, 
Cercando nella mia distesa 
Ciò che è veramente. 

13 marzo 2020

Santiago Espinosa - La sabbia e gli oblii

Si sono radunati i tuoi ricordi
Sul bianco di un’immagine,
Chiedendoti racconti.
Cosa di questo è tuo e cosa no.
Dove inizia il dolore degli altri.
Palpando l’aria,
Come un sonnambulo,
Cercavi la connessione tra la tua voce e le cose. Ti chiedevi della ferita di un’eredità,
Quando alla fine delle strade
Non c’era nulla da comprendere.
Così ti sei abituato al tuo lavoro di scrivano, nella luce delle cose perdute.
Dovevi costruire per perdere.
Far girare la comparsa
Per restare così solo come all’inizio.
Bisognava alzare una scala verso l’invisibile per apprendere, dopo, a buttarla giù.
Si è schiusa la porta
E  ora guardi ciò ch’è tuo
Nel silenzio dell’informe,
Affine a un perpetuo mistero.
Lascia che i morti si concilino con i morti.
Che il viaggiatore che non sei stato
Si materializzi coi suoi,
E che mai torni.
Che lo studente e la signora col cappello tornino a compiere gli stessi errori,
Che la vittima si incroci per strada
Con il suo eterno boia
E che non si riconoscano. 
Ombre o fantasmi, 
Passeranno gli uni e gli altri.
Continua a svolgersi, a fianco, la festa dei vivi. Non senti la musica che avvolge le montagne nella sua scalata,
Sulla bilancia dei seni
Dove un mondo s’inclina, 
È leggero l’esilio?
Ascoltala in silenzio,
Non guardarti alle spalle.
Questa e non un’altra era la tua storia:
Il tempo contemplato
Nelle fessure della sabbia,
Il lento maturare dei deserti senza limite.

06 marzo 2020

Bárbara Belloc - da Poesie

Come una nuvola munita di denti 
Che divora il cielo visibile da qui, 
Da qualsiasi punto. 
Come un punto grigio  
Che è il simbolo del caos  
In quanto non-concetto. 
Come l’occhio della tormenta quando si apre 
E in un istante perdura nel suo splendore, 
Che è forse quello della distruzione 
A venire o remota. 
Come il legnetto che si sfrega 
In senso circolare, con forza, 
Per produrre il fuoco 
E la cui traccia sarà cenere nella cenere, 
Un anello dentro a un altro anello 
E così a seguire. 
Come un ricordo fuso 
Nella materia di un oggetto.  
Come un oggetto perso 
Nella memoria. 

28 febbraio 2020

Jorge Boccanera - La torre rossa

Avvisi luminosi si accendono e si spengono. Sulla torre rossa devo vigilare: 
Ogni spruzzo sul cuscino, 
La bocca di mia madre con due giri di chiave, Le parole che raccontano e i giorni contati, 
Le fiaccole che disboscano la notte dei sogni, 
Le viscere all’aria della selva. 
Tettoie si accendono e si spengono. 
Devo proteggere: 
La lingua in fiamme della sordomuta, 
Il percorso selvaggio, 
Le pentole dove il bosco cucina i suoi colori, 
Le lettere dell’esilio che ti spaccano la bocca 
E chi incipria specchi con stelle di borotalco. 
E i rottami che l’insonnia trasporta? 
E l’affogato che batte alla mia porta? 
Quella che cerca nel forno la rosa della morte? Sorveglio la torre rossa. 
L'occhio del padrone ingrassa il bestiame.

21 febbraio 2020

Zoran Pevec - Senza risposta

Sfioro con la mano lo specchio d’acqua. 
Respiro con la voce delle maree. 
Al sussurro del mare mattutino 
Chiedo notizie sulla durata del tempo. 
Tu ti avvicini dietro di me, come sempre. 
E sei motivo sin dall’inizio 
Di un probabile addio. 
A mente fredda senza risposta 
Desumo insidie fatte di domande. 
La costa è breve, 
Il tuo silenzio è ancora più breve, 
Parli per chi non sa parlare, 
Ami per chi non sa amare, 
Muori per chi non sa morire,  
Un po’ più sottovoce vive il morto.

14 febbraio 2020

Maria Ruggi - Sei l'amore

Sei l’amore
Sei il mio orizzonte,
ne contieni i colori.
Custodisci i segreti.
Sei il mio infinito.
Una linea che divide
ragione e sentimento.
Mente e cuore.
Sei in ogni mio pensiero.
Sei in ogni mia azione.
Sei il primo e l’ultimo
sguardo di ogni cosa.
Sei l’essenza della mia vitalità.
Sei sostanza.
Sei forza.
Sei…

07 febbraio 2020

Franco Loi - Mi piacerebbe...

Mi piacerebbe di me dimenticarmi,
e camminare,
e respirare per te,
essere come i ragazzi
che quando li prende il sole
si lasciano seminare dove lui vuole,
e mai ritrovarsi,
e non piú capire di me stesso,
ma essere gioioso dell’aria che mi attira
là dove la vita si pensa vivere.

31 gennaio 2020

Rezaqoli Mohammadi Kordekheyli - Aspirazione del cuore

All'arrivo dell'alba 
Soffia la brezza fredda. 
Porta con lei il profumo 
Fragrante dell'amata. 
La tristezza del cuore sparisce.
Il mio caro fiore ha 
Il dolce sapore di Dio.
Ecco, l'interno dell'uomo 
Devastato dalla fiamma. 
Per te, o degna di amore! 
Sono malato di nostalgia. 
Sei l'aspirazione del cuore, 
O amata! 
Per te, come l'usignolo, 
Gemo. 

24 gennaio 2020

Federico Díaz-Granados - Itinerario Incompiuto

Quali itinerari percorrono
le aurore invernali
in questi territori di perdite 
che abitano la piccola barca 
dove naviga il mondo? 

Itinerario del cuore di Dio 
che con la sua anatomia del silenzio 
attraversa un fosso nelle tempeste 
dell’esilio e la memoria 
come una semplice parola smarrita.

La morte assomiglia molto a questo inverno
che vedo nei tuoi occhi. 
Quale tropico nasconde la tua nuda carne  
che ogni notte fermenta la mia vita 
tra dolori, sogni stagnanti e il sale 
che arriva dalle tue lacrime?

18 gennaio 2020

Dominique Sorrente - A Patricia

A Patricia, sparita in volo di farfalla 
Nel segreto delle parentesi aperte.

È poco più di mezzanotte.
Il rifiuto di vivere ribadisce nomi.

Nel risvolto del paesaggio,
bocca muta e inciampo assicurato,
ciò che per convenzione
chiamiamo la tua morte,
in mancanza di peggio.

Le spalle, sempre le tue, ma
si staccano in parte d’essere.
Ingorgo di tubi,
di segnali intermittenti
come una consegna cifrata che si prepara
verso l’inconsistente conclusivo
del porto assente.

Vi è questo risveglio che non sarà elargito.
L’occhio ripassa, una volta ancora,
ogni dettaglio della tua geometria,
ogni granulo sulla tua pelle,
mentre persegui la tua fuga,
lontano, già così lontano,
bolla d’oltremondo.

Si può cadere in ginocchio,
pretendere il filo del rasoio
o sfidare con gli occhi
i calcoli vuoti di risultati.

Si può anche
rifondare le repliche,
strappare all’antichità dei gesti
un aspro fuoco,
è la porpora punizione
che attende l’espiazione,
e già prepara busta e sigillo.

Nel mischiarsi del giorno e della notte,
siamo tutti uniti nella realtà illusoria,
e tacciono le nostre strade,
d’improvviso, al congiungersi delle voci.

10 gennaio 2020

Paul Klee - La mia anima

La mia anima chiara come cristallo
Alcune volte è scossa da un soffio,
Le mie torri si annuvolano.

La pena si accosta all’amore
E senza questi sentimenti 

Non posso vivere né tanto né poco.

03 gennaio 2020

Jiří Orten - Alberi degli anni

Alberi degli anni, come state?
La prima ed ultima volta, ora
so che solo il pianto vi irrora,
e che siete fatti di legno
perché il fuoco si accenda meglio,
perché i nostri occhi nebbiosi
vi guardino come bruciate,
alberi, alberi annosi!

In voi si rifugiavano fiere,
la gioia in voi mi ha negato
un domatore spietato,
tra voi s’è perso ogni mio avere,
da voi viene l’acqua sorgiva,
da voi l’alba che il giorno avviva,
dentro voi il sole in tramonti sereni,
alberi, anni, di ruggine pieni!

Ah potessi un momento ancora
fissare il cielo dell’aurora,
che comincia a rosseggiare,
e che si celebri il festino,
la libertà mi versi il suo vino,
e il tarlo di un letto non danni
quel che ho tentato di salvare
per ventidue anni!