17 luglio 2020

Odisseas Elitis - Anniversario

Ho portato la mia vita fino a qui
Fino a questo punto che lotta
Sempre vicino al mare
Giovinezza sulle rocce, petto
Contro petto nel vento.
Dove mai può andare un uomo
Che non è altro che uomo
Contando con la rugiada i suoi verdi
Attimi, con le acque le visioni
Del suo udito e con ali i suoi rimorsi
Ah vita
Di un ragazzo che si fa uomo
Sempre vicino al mare quando il sole
Gli insegna a respirare là dove scomparirà
L’ombra di un gabbiano.

Ho portato la mia vita fino a qui
Bianchi addendi totale nero
Pochi alberi e pochi
Ciottoli bagnati
Dita leggere per carezzare una fronte
Quale fronte
Ha pianto tutta la notte l’attesa e non c’è più
Non c’è più nessuno
Che faccia risuonare libero il passo
Sorgere rinvigorita la voce
E sciabordare le prue nel molo scrivendo
Un nome più azzurro all’orizzonte
Pochi anni e poche onde
Remigare sensibile
Nelle baie che circondano l’amore.

Ho portato la mia vita fino a qui
Solco amaro inciso nella sabbia che scomparirà.
– Chi vide due occhi sfiorare il suo silenzio
E riunì il loro splendore cingendo mille mondi
Ricordi agli altri soli il suo sangue
Più vicino alla luce
C’è un sorriso che ripaga la fiamma –
Ma qui in luogo ignaro che svanisce
In un mare aperto e impietoso
Il successo perde le piume
Turbinio d’ali
E di attimi legati alla terra
Terra dura sotto piedi
Impazienti, terra da vertigini
Vulcano estinto.

Ho portato la mia vita fino a qui
Pietra votata all’umido elemento
Più lontano oltre le isole
Più in basso delle onde
In compagnia delle ancore
– Quando passano le chiglie fendendo impetuose
Un nuovo ostacolo e lo vincono
E con tutti i delfini albeggia la speranza
Vittoria del sole in un cuore umano –
Le reti del dubbio tirano su
Una figura di sale
Scolpita a fatica
Indifferente bianca
Che volge verso il mare l’orbita vuota degli occhi
Sorreggendo l’infinito.

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