A Patricia, sparita in volo di farfalla
Nel segreto delle parentesi aperte.È poco più di mezzanotte.
Il rifiuto di vivere ribadisce nomi.
Nel risvolto del paesaggio,
bocca muta e inciampo assicurato,
ciò che per convenzione
chiamiamo la tua morte,
in mancanza di peggio.
Le spalle, sempre le tue, ma
si staccano in parte d’essere.
Ingorgo di tubi,
di segnali intermittenti
come una consegna cifrata che si prepara
verso l’inconsistente conclusivo
del porto assente.
Vi è questo risveglio che non sarà elargito.
L’occhio ripassa, una volta ancora,
ogni dettaglio della tua geometria,
ogni granulo sulla tua pelle,
mentre persegui la tua fuga,
lontano, già così lontano,
bolla d’oltremondo.
Si può cadere in ginocchio,
pretendere il filo del rasoio
o sfidare con gli occhi
i calcoli vuoti di risultati.
Si può anche
rifondare le repliche,
strappare all’antichità dei gesti
un aspro fuoco,
è la porpora punizione
che attende l’espiazione,
e già prepara busta e sigillo.
Nel mischiarsi del giorno e della notte,
siamo tutti uniti nella realtà illusoria,
e tacciono le nostre strade,
d’improvviso, al congiungersi delle voci.
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