25 agosto 2023

Marij Čuk - Quando io non ci sarò più

 

Quando io non ci sarò più,

allora le notti saranno di stracci neri

e i mari di vuoti mosaici.

Ci saranno ancora marinai di coste salmastre,

ci saranno ancora luci di bianco suono,

ci saranno ancora cacciatori di felci verdi.

Quando io non ci sarò più,

allora le impronte saranno cosparse di cenere

e le nuvole saranno sogni incolori.

E ci saranno ancora giovani di carattere,

ci saranno ancora colori dai flessuosi violini,

ci saranno ancora braccia di sostanza sanguigna.

Invidio l’inesauribile terra

che produce il pane dal bianco frumento.

Coglierei le onde dell’eternità

e mi legherei un caldo mazzo d’infinito.

Strappate gli occhi trasparenti,

tagliate le marce membra del corpo,

accarezzate la vostra fronte inquieta.

Quando io non esisterò più.




18 agosto 2023

Jean-Louis Clarac - La fragranza delle notti

 

Quanti sentieri

percorsi

a comporre folli bouquets

qui laggiù

altrove ancora

ovunque dove

girovaga il calabrone della connivenza

a unire la frenesia

del paleo e degli iris dove

stilla la fragranza delle notti


quanto sudore

mischiato alle nostre erranze

sull’orlo del silenzio


Quanto silenzio

a cercare la parola


E quante parole



11 agosto 2023

Santiago Espinosa - Da un monte

 

Guardiamo la città. Vediamo dall’alto

la tua casa o la mia, dove prima c’era il mare.


Le voci s’immergono

nel fondo dello spazio

lasciando al loro posto

un mormorio sconosciuto.


Abbiamo dovuto scrivere per incontrarli

i fantasmi nei loro luoghi sotto la pioggia.

Soppesare il loro marchio nella memoria.


Gli amici sono andati già via

in un altro punto dell’orizzonte,

cercavano il seme disperso.

Aeroplani e promesse

dividevano gli anni.


Noi abbiamo imparato

ad aspettare quello che ritorna.

Osservando sotto le impronte

il movimento della Terra.



04 agosto 2023

Michel Houellebecq - da Il senso della lotta

 

Esiste un paese, o meglio una frontiera,

Dove la luce è dolce e praticamente solida

Gli esseri umani si scambiano frammenti di luce,

Ma non hanno la minima paura del vuoto.


La parabola del desiderio

Riempiva le nostre mani di silenzio

E ognuno si sentiva morire,

I nostri corpi vibravano della tua assenza.


Abbiamo attraversato frontiere di gesso

E il secondo mattino il sole si fece vicino

C’era nel cielo qualcosa che si muoveva,

Un battito molto dolce faceva vibrare le rocce.


Le gocce di luce

Si posavano sui nostri corpi straziati

Come la carezza infinita

Di una divinità-materia.