26 maggio 2023

Elizabeth Bishop - Un'arte

 

L’arte di perdere s’impara facilmente:

tante cose si sforzano d’andar perdute,

che la perdita non è un grave incidente.


Perdi una cosa al giorno. Apri all’inconveniente

delle chiavi smarrite, delle ore sprecate.

L’arte di perdere s’impara facilmente.


Prova a perdere di più, e più velocemente:

luoghi, e nomi, e destinazioni stabilite

per un viaggio. Non ne verrà un grave 

incidente.


Ho perso l’orologio di mia madre e – gente! –

l’ultima, o quasi, di tre case molto amate.

L’arte di perdere s’impara facilmente.


Ho perso due care città, e un continente;

due fiumi, reami vasti e certe mie tenute.

Mi mancano, però non è un grave incidente.


— Anche se perdo te (la voce tua ridente,

un gesto che amo), è chiaro, non farò smentite:

l’arte di perdere s’impara facilmente,

ma è un grave (Scrivilo!) grave incidente.




19 maggio 2023

Julia Hartwig - Non chiedere

 

Nel sogno ho fatto in tempo a pensare

cosa accadrà dopo

E mi sono risposta da sola

Perché chiederlo


Quando ci alzeremo

i nostri passi ci condurranno al luogo

che fino ad ora abbiamo cercato invano

E nel sogno io ci credevo e al contempo non ci credevo


E in ciò v’era una sorta di felicità

che si può conoscere solo in sogno.



12 maggio 2023

Alfonso Brezmes - Quando non ci sono


A volte ritorniamo sulle pagine

dove una volta siamo stati felici.

È facile come lasciare che corrano

all’indietro tra le dita,

tornare ai segni che abbiamo lasciato,

a quelle brevi note con cui

volevamo indicare a un altro lettore

che proprio lì doveva fermarsi.


Basta cercarle per vedere

che non sono più le stesse:

qualcosa è cambiato in questo breve

intervallo in cui ce ne siamo andati.


Tornare è un altro modo di misurare

la grandezza incerta della ferita.




05 maggio 2023

Richard Feynman - Un atomo nell'universo

 

Ci sono onde che si frangono
montagne di molecole
ciascuna stupidamente intenta ai fatti suoi
milioni di milioni, divise,
eppure formano spuma bianca, all'unisono.
Un'era dopo l'altra
prima che occhi potessero vederle
anno dopo anno
rimbombare contro la riva come ora.
Per chi, per cosa?
Su un pianeta morto
senza nessuno da intrattenere.
Senza posa
torturate dall'energia
sprecata prodigiosamente dal Sole
riversata nello spazio.
Una pulce fa ruggire il mare.
Nelle profondità marine
tutte le molecole ripetono
la struttura delle altre
finché se ne formano di nuove e più complesse.
Queste ne creano altre come loro
e una nuova danza ha inizio.
Crescendo in dimensioni e complessità
esseri viventi
masse di atomi
DNA, proteine,
danzano in strutture sempre più intricate.
Fuori dalla culla
sulla terra asciutta
eccolo
in piedi:
atomi con la coscienza
materia con la curiosità.
Di fronte al mare
stupito dallo stupore: io
un universo di atomi
un atomo nell'universo.