26 gennaio 2018

Daniela Derossi - Sogni


Il sole con suo manto infuocato riscalda cuori
Mentre essi battono in corpi nudi
Che giorno dopo giorno cercano un po’ di quiete
Nel corso dell’esistenza.
Il sole sorride malizioso
Osservando un timido bacio
Che,
Resterà impresso nel tempo
Sulle labbra di quei fidanzati
Che sognano di fuggire via.
Via,
Superando oceani e montagne,
Vallate piene di fiori,
Scappare via su di un cavallo bianco
Verso l’isola circondata da un mare limpido
E splendente
Chiamato Amore
Dove tuffarsi quando cala la notte,
Sotto un manto di stelle dorate,
E lasciarsi cullare dalla sua dolcezza.

19 gennaio 2018

Sayat Nova - dai Canti


Mazzi di fiori i capelli, pistacchio le labbra, è l’ora beata,
vieni andiamo nel prato, giungiamo al laghetto, delle gazzelle è l’ora,
proteso alla rosa è l’usignolo, la rosa si protende alla vigna, è l’ora del diletto.
Entra nel giardino coi tuoi vezzi, ti loderò col canto, con le implorazioni.


Nel tuo seno nutri le rose, le viole, il giacinto e il giglio.
A che serve il giardino al tuo signore? Il tuo profumo è quello del basilico.
Hai spiegato come vela i tuoi capelli, e li attraversa il vento,
il mondo è un mare, tu la nave che lo percorre e si culla sulle sue onde.


Città e città, villaggi e villaggi, vengono a vedere il tuo volto,
il morente da te riceve a guarirlo il balsamo che rende immortali.

Se pur ti lodasse il mondo intero, non direbbe di te che in minima parte.
Ninfea, fiore dei mari, viola che si dischiude al vento.


Tracciato col calamo il tuo ritratto, tramuti in mille colori il tuo aspetto,
il neo si nasconde sul tuo volto, se cali la cortina dei capelli.
Sei dischiusa come rosa rossa, e fai le tue rime con l’usignolo,
come oro si dispongono i tuoi denti, delle labbra fai pietra di paragone.


Vestita di raso ricco di ricami d’oro fino, flessuoso ramo di cipresso,
hai una tazza nella tua mano, colmala, dammela, a quella coppa m’immolo.

Il giardino è nel suo splendore, sui rami della rosa l’usignolo dorme.
Fai pure a pezzi il tuo Sayat Nova, purché tu venga qui da me.

12 gennaio 2018

Juan Ramon Jimenez - Il viaggio definitivo



E me ne andrò. 
E resteranno gli uccelli a cantare;
e resterà il mio giardino, col suo verde albero
e col suo pozzo bianco.
Tutte le sere, il cielo sarà azzurro e placido;
e suoneranno, come suonano stasera,
le campane della chiesa.
Moriranno quelli che mi amarono;
e il paese rinnoverà di gente ogni anno;
e nell'angolo, là, del mio giardino fiorito e incalcinato,
vagherà, nostalgico, il mio spirito...
E me ne andrò; e sarò solo, senza casa, 

senz'albero verde, senza pozzo bianco,
senza cielo azzurro e placido...
E resteranno gli uccelli a cantare.

07 gennaio 2018

Carlo Betocchi - da "Tutte le poesie"


Esco, nel freddo di gennaio, e il cuore  
caldo d'amore, d'un subito, al nevischio  
che mi sferza, grida: ben venga il gelo  
a custodirti, mistero amoroso, poi  
che non sei concesso a chi già invecchia,  
se non come pacata solitudine  
del gelo, ed armonia di cose eterne.