31 luglio 2014

Daniel Varuyan - Mari di Grano


Passano i venti –
ed i miei grani dolcemente si svegliano;
per le loro vene scorre un fremito immenso.
Giù dai fianchi verdeggianti del colle
passano i mari.


Passano i venti –
e straripa, tanto s’infuria, il turgido campo
che morirà soffocato il capretto che vi pascola.
Per il grembo della valle ondeggiante
passano i mari.


Passano i venti –
e si squarcia, si ricuce splendido
il manto sventolante del grano.
In mezzo all’ombra, tra le faville di luce
passano i mari.


Passano i venti –
sotto le spighe, dove la luna ha stillato
il late della sua anfora, ondeggiano i chicchi.
Dalle aie fino al villaggio, dal villaggio al mulino
passano i mari.


Passano i venti –
e vibra di smeraldi il prato infinito.
Canta il passero sopra una spiga dondolante
mentre sotto di lui, del grano infuriato
passano i mari,
passano i venti.


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