31 luglio 2014
Andrea Zanzotto - Nel mio paese
Leggeri ormai sono i sogni,
da tutti amato
con essi io sto nel mio paese,
mi sento goloso di zucchero;
al di là della piazza e della salvia rossa
si ripara la pioggia
si sciolgono i rumori
ed il ridevole cordoglio
per cui temesti con tanta fantasia
questo errore del giorno
e il suo nero d'innocuo serpente
Del mio ritorno scintillano i vetri
ed i pomi di casa mia,
le colline sono per prime
al traguardo madido dei cieli,
tutta l'acqua d'oro è nel secchio
tutta la sabbia nel cortile
e fanno rime con le colline
Di porta in porta si grida all'amore
nella dolce devastazione
e il sole limpido sta chino
su un'altra pagina del vento.
Bernart de Ventadorn - Quando Vedo l'Allodola
Quando l'allodola vedo tenere
gioiosa in fremito l'ali alla luce
che poi s'oblia si fa cadere
per la dolcezza che il cuor produce,
ahi, grande invidia allor mi coglie
di chi dimostri felicità
che ho meraviglia se non si scioglie
subito il cuore che in brama sta.
Credevo, misero l'amor sapere,
e a scienza piccola mi si riduce:
amar di forza debbo e volere
chi a nessun bene mai mi conduce!
Toglie al mio cuore se stessa e toglie
a me del mondo ogni bontà
e allor che fugge il cuore accoglie
sol desiderio ed ansietà.
Daniel Varuyan - Mari di Grano
Passano i venti –
ed i miei grani dolcemente si svegliano;
per le loro vene scorre un fremito immenso.
Giù dai fianchi verdeggianti del colle
passano i mari.
Passano i venti –
e straripa, tanto s’infuria, il turgido campo
che morirà soffocato il capretto che vi pascola.
Per il grembo della valle ondeggiante
passano i mari.
Passano i venti –
e si squarcia, si ricuce splendido
il manto sventolante del grano.
In mezzo all’ombra, tra le faville di luce
passano i mari.
Passano i venti –
sotto le spighe, dove la luna ha stillato
il late della sua anfora, ondeggiano i chicchi.
Dalle aie fino al villaggio, dal villaggio al mulino
passano i mari.
Passano i venti –
e vibra di smeraldi il prato infinito.
Canta il passero sopra una spiga dondolante
mentre sotto di lui, del grano infuriato
passano i mari,
passano i venti.
Gérard de Nerval - Il diseredato
Io sono il tenebroso – il vedovo – l’inconsolabile,
Il Principe d’Aquitania dalla torre abolita;
La mia unica stella è morta – e sul mio liuto ornato di stelle
È impresso il Sole nero della Melanconia.
Nella notturna tomba, tu che mi hai consolato,
Rendimi Posillipo e il mare d’Italia,
Il fiore che tanto rallegrava il mio cuore deserto
E la pergola dove il pampino s’intreccia con la rosa.
Sono io Amore o Febo? Lusignan o Biron?
La mia fronte è ancora rossa per il bacio della regina;
Io ho sognato nella grotta dove la sirena nuota…
Due volte vittorioso l’Acheronte ho varcato:
Modulando di volta in volta sulla lira d’Orfeo
I sospiri della santa e le grida della fata.
Wen Tingyun - Tra i fiori
Spillone d'oro sui capelli
bianco e rosa il suo viso.
Ci incontrammo poco tempo
tra i fiori.
-"Tu comprendi i miei sentimenti".
-"Ti ringrazio per la tua gentilezza".
Soltanto il cielo è testimone
di questo nostro amore.
L'incenso è ridotto a cenere,
la candela si è sciolta come lacrima,
A questo assomigliano i cuori:
Il suo ed il mio.
Il cuscino è rimasto intatto,
fredda la coperta di seta...
Quando mi distolgo dai miei pensieri
la notte è ormai passata.
Sextus Propertius - E Voi Amici
E voi amici, che tardi cercate di farmi rinsavire
trovate un rimedio per un cuore malato.
Sopporterò con forza il ferro e il fuoco,
purché possa gridare ciò che mi strazia.
Portatemi tra popoli lontani, nei mari estremi,
dove non una sola donna conosca il mio viaggio.
Restate, voi, che il dio ascolti benevolo,
siate sempre concordi e quieti in un amore.
La mia Venere in me perpetua notti amare,
e Amore non mi dà un attimo di tregua.
Heinrich Heine - Al Mare
Il mare splendeva glorioso
nelle ultime luci della sera.
Nella casa di pescatori abbandonata
ci sedemmo soli e in silenzio.
Si alzò la nebbia e le acque si agitarono.
Un gabbiano volava avanti e indietro.
Dai tuoi occhi, pieni di amore,
Caddero velocemente lacrime.
Le vidi cadere sulla tua mano
e subito mi misi in ginocchio.
Nel cavo della tua morbida mano
posi le labbra sulle lacrime cadute.
Da allora il mio corpo è consumato,
l'anima muore di nostalgia.
Da quel momento la donna sensibile
mi ha incantato con le sue lacrime.
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