31 agosto 2024

Vitezlav Nezval - Il Talismano

 

Parlare per immagini

è come pressare rose tra le pagine di un libro

un'unica rosa

la rosa di due labbra divenute estranee

fino a che non ne sortisca un bacio

o uno scongiuro

fino a che non si alzi in volo una farfalla

fino a che non scenda sopra gli occhi la notte.

23 agosto 2024

Jaroslaw Iwaszkiewicz - da La mappa del tempo

 

Spossato dalla bellezza, 

che ho pescato ogni giorno

Con pupille e orecchie 

avidamente spalancate

Quando morirò, non piangere. 

Mi addormenterò sazio di vita

Che è grande, difficile, e burrascosa.

La divinità, che nel fuoco 

mi percorreva le membra

Volerà in alto o si dissiperà;

Il cuore che batteva così vivo 

si irrigidirà

E la voce diverrà una lettera morta.

Allora penserai, 

che troppo sparsi

Resteranno di me frammenti di parole

Ma sappi che più d’una volta 

le ore di rapimento

La parola mi soffocarono 

nel petto troppo stretto

Il mondo era troppo bello, 

perché solo a te

Donassi i miei versi. 

O amatissima

Ho guardato nello spazio smisurato

Mi hanno preso sentimenti smisurati

Ma quando qui le persone, 

lì le stelle nel cielo.

Il cuore mi svolsero 

con un eterno arcolaio

Tu sei rimasta fedele 

come l’acqua, immutabile

L’unica al mondo 

che mi abbia amato.

16 agosto 2024

Adalber Salas Hernández - Nuvole

 

Le nuvole sono gli unici animali

a vivere sul confine tra il visibile

e l’invisibile:


per questo feriscono i nostri occhi

e quelli di ogni essere che ha ricevuto

il dono inospitale dello sguardo.


Sono implacabili con la nostra vista.

La scavano, la costringono a conoscere

la distanza, a distillarla e trasformarla

in aspro liquore per dissetarsi.


Ci trascinano verso un orizzonte

che non chiediamo.


Quasi tutte le nuvole sono atee.

Sanno che abitano

un cielo senza nome,

la cui materia è l’oblio.


Si dedicano a registrare

ogni singola creatura

della terra

con un’inutile devozione.


Per ricordarmi di loro,

per salvarle da quella calligrafia sfavillante

che praticano lì, al di sopra del tempo.


E quasi tutte

hanno nostalgia della terra,

un tenue desiderio

come un filo sordo di pioggia.


Quando non ce la fanno più,

fanno cadere fulmini:

i loro maldestri tentativi,

insostenibili,

di gettare radici.


Segretamente

vorrebbero trasformarsi in alberi,

possedere quieti rami

e una voce nodosa per cantare.


O montagne, perché no,

case per l’eco

e la scomparsa.


Vorrebbero essere tante cose, le nuvole.

Cose che non vivano costrette

a ricordare col loro corpo tutto ciò che

 vedono.

10 agosto 2024

Eleftherìa Sapountzì - da In Un Tempo Di Eterno Presente

 

Così posando su di te

la pagina bianca.

La poesia si scrive da sola. 

L’odore di carta che brucia

riempie la stanza.

Così appena posata, si è scritta d’un fiato

la storia.

Di tutti gli amanti che esistono perché

non si sono mai incontrati,

di morti tragiche e improvvise

di nomi divenuti melodie.

Così quando ho posato le ginocchia sulle tue ginocchia

coscia su coscia bocca su bocca

sono divenuta eroina e tragica.

Mi inoltro anch’io ormai nelle storie a due.

02 agosto 2024

Elizabeth Quila - da Schizofrenia

 

Ti facevo mendicante
per via dello sguardo teso verso la tua penombra,
per le tue mani chiuse
alla luce dei miei passi che ti ignoravano,
mentre i tuoi piedi nudi
transitano sulla terra dei miei sogni.
Invece, la mendicante sono io,
estranea a tutti,
priva di me,
vestita di menzogne,
spoglia di calore,
intirizzita senza una ragione
e mordo l’acida mela del tuo oblio
scuotendo il veleno
dove non c’è più la tua voce.