Quando io non ci sarò più,
allora le notti saranno di stracci neri
e i mari di vuoti mosaici.
Ci saranno ancora marinai di coste salmastre,
ci saranno ancora luci di bianco suono,
ci saranno ancora cacciatori di felci verdi.
Quando io non ci sarò più,
allora le impronte saranno cosparse di cenere
e le nuvole saranno sogni incolori.
E ci saranno ancora giovani di carattere,
ci saranno ancora colori dai flessuosi violini,
ci saranno ancora braccia di sostanza sanguigna.
Invidio l’inesauribile terra
che produce il pane dal bianco frumento.
Coglierei le onde dell’eternità
e mi legherei un caldo mazzo d’infinito.
Strappate gli occhi trasparenti,
tagliate le marce membra del corpo,
accarezzate la vostra fronte inquieta.
Quando io non esisterò più.
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