04 gennaio 2016

Coral Bracho - da "Quello spazio e quel giardino"


La notte è il luogo che illumina il ricordo.
 

Una vasta costruzione sul mare.      
Il suo dispiegarsi e susseguirsi.
Ampi corridoi si estendono su bianchi piloni.
Le terrazze aperte ombreggiano le onde,
e ti addentri e attraversi insondabili estensioni.

Va lo sguardo inaugurando i tratti,
vanno i passi centrando l’immensità
e il suo profilo cangiante si addensa
e la sua solidità nascente
ancora infonde in noi una chiarezza: 

quella dello spazio che s’intreccia. 
Vediamo trasparenza nei muri, 
trasparenza nelle dense onde sveglie 
e un’allegria ci sfiora come un augurio,
come la pinna sottile e segreta di un pesce.

È la memoria il vento che ci guida nella notte
e in essa fonde il suo tepore: 

E ancora ci porta, ci copre, col suo respiro. 
Ed è la sua soave premessa, 
la sua levità a schiudere quelle porte.

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