28 gennaio 2016
Marco Campos - Uccelli
“Perché nei tuoi versi trovo spesso
rondini e colombe?”, mi dice Paulina
questa mattina di novembre grigio
nel Viale centrale.
E all’istante vola
uno stormo di colombe.
“Non so, rispondo, forse perché l’aria dello stormo
mi lascia qualcosa, qualcosa che pure va via o fugge,
e fa poi cadere, cadere nell’anima come
goccia scura un sentimento di carenza o perdita”
E Paulina guarda nel mio sguardo lo stormo di colombe
che va via o fugge sopra i pioppi.
22 gennaio 2016
Michel Thion - Isole
Questa sera parlo a te.
Sì, a te soltanto.
Sono poeta, lo sai, ed è ciò che fanno i poeti. Non parlano alle folle.
No, un poeta parla a un umano per volta, sensibile.
Ciascuno di noi, ciascuna di noi, è solo come un’isola.
Tu sei un’isola, io sono un’isola, siamo soli al di là dell’orizzonte.
Ma so che sei qui.
Io ti conosco.
E tu conosci me, la tua isola così vicina.
Oppure non mi conosci e lo sai ugualmente. Tu sai la mia voce.
Io sono, noi siamo isole che si scambiano, che viaggiano.
Parlandoti, viaggio immobile verso di te.
Queste isole sono riunite dal mare
e il mare è il sentiero che tutti percorriamo.
Se tu ci fai caso, noi umani siamo un arcipelago.
15 gennaio 2016
Sergio Corazzini - La finestra aperta sul mare
04 gennaio 2016
Coral Bracho - da "Quello spazio e quel giardino"
La notte è il luogo che illumina il ricordo.
Una vasta costruzione sul mare.
Il suo dispiegarsi e susseguirsi.
Ampi corridoi si estendono su bianchi piloni.
Le terrazze aperte ombreggiano le onde,
e ti addentri e attraversi insondabili estensioni.
Va lo sguardo inaugurando i tratti,
vanno i passi centrando l’immensità
e il suo profilo cangiante si addensa
e la sua solidità nascente
ancora infonde in noi una chiarezza:
quella dello spazio che s’intreccia.
Vediamo trasparenza nei muri,
trasparenza nelle dense onde sveglie
e un’allegria ci sfiora come un augurio,
come la pinna sottile e segreta di un pesce.
È la memoria il vento che ci guida nella notte
e in essa fonde il suo tepore:
E ancora ci porta, ci copre, col suo respiro.
Ed è la sua soave premessa,
la sua levità a schiudere quelle porte.
Iscriviti a:
Post (Atom)