26 maggio 2024

Yannis Dallas - Essere. Mio essere

 

Fece in tempo a veder baluginare

la traiettoria di un naufragio cosmico


Essere, mio essere,

ecco che sin qui siamo giunti

all’ultima visione di questo viaggio

mentre sopra il frastuono delle onde

il timoniere scaraventato dallo scafo

si volse a guardar la fine del mondo

precipitando.

17 maggio 2024

Marisa Martínez Persico - La pioggia e la caduta

 

Una goccia

si ostina a scendere

su altre gocce.


La contemplo,

la snudo della sua concava umidità

mentre la pancia

gli trema di saliva.


Guardo l’inutilità della sua lotta. Che inciampa

nei difetti del piano che la ospita.


È bella, iridata, si scioglie in schegge

graffiando in discesa

il suo riposo.


Fuori, alla finestra,

una fisarmonica di esseri che disprezzano

i suoi sforzi di pioggia

in fuga.


Un pechinese sul punto di cadere.

La vicina che annaffia balconi pieni di gerani.

File di colombe clandestine

si dondolano

sui cavi elettrici.


Se l’aiutassi a scendere

spezzerei il delicato equilibrio del suo ciclo,

il senso di atmosfera e particella,

la sua nobile e provvisoria vanagloria.


Nel suo culmine,

il più iridescente, esplode in schegge

contro il vetro.


Con gli occhi

ho accarezzato il tempo.

11 maggio 2024

Esad Babačić - La Lettera

 

A volte basta già il vento per

sentire la scrittura delle tue mani

nelle mie ferite. A volte guizza

un saluto attraverso la speranza e

ti desti con me in un nuovo mattino.

Quando fai cose del genere

divento gelido come la lettera

che il vento non si è portato via.

03 maggio 2024

Dominique Massaut - da Poesie scelte

 

Dove il lupo invidia le sue gazzelle catturate

dove l'occhio sprofonda al centro del buio

dove il muso può contenere

tutto il pavone che ha divorato

tutto l’azzurro del pericolo di mari colmi

e lontane solitudini

dove i capelli si scompigliano

dove le grida delle bambine si espandono e mutano

in grevi silenzi sull’orlo degli occhi

in bocche socchiuse

in respiri sospesi

quando il cervello volge alla verticale

alle alture

altissimo buco nero nell’ora smarrita

dove nell’occhio tuo l’intera

materia dell’acutezza

svanisce

fino alla vigilia della notte

all’acqua del pozzo

dove talvolta si ripesca o il padre o il folle

lungo una corda bionda e lunga

dove talvolta si pesca il suo risveglio

dove il sonno oscurato spalanca l’alba luminosa

il sorriso

la tregua

di una giornata che

in modo fantastico s’avverasse

perfettamente idiota e felice.