Prima di lasciare la stanza
gli ultimi raggi di solegli lessero in viso il silenzio
chiudendosi
le palpebre hanno ancora afferrato
il margine del paesaggio con la montagna
che spaccava una nuvola sbiadita
si ritirava
il vecchio dolore del petto grugnendo
come la belva avviata alla tana
e si faceva carezza
fioriva
la notte luminosa e stava
per diventare quella distesa di profondo
per nessuno
si insediava
la rassegnazione come una
– finalmente – vera
promessa
della fine o dell’inizio
trovata
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