Ali ti ho dato, con cui sul mare infinito tu possa
volare, sollevandoti sopra tutta la terra
facilmente. Avrai parte in ogni festa o convito,
e il tuo nome sarà sulle bocche di tutti.
Te con i dolci flauti i giovani ardenti d’amore
in melodiosi canti di squisita armonia
celebreranno, e quando nei baratri bui della terra
tu scenderai, nell’Ade risonante di gemiti,
non perderai neppure da morto la fama e nel cuore
di tutti rimarrai, serbando eterno nome,
Cirno: tra la Grecia librandoti in volo e le isole,
valicherai il pescoso mare che non dà frutti,
e non sopra cavalli, ma scortato dai doni
splendenti delle Muse coronate di viole.
E tutti i posteri, quanti avranno amore del canto,
ti esalteranno, finché durino terra e cielo.
Ma non ottengo da te neppure un po’ di rispetto:
m’inganni coi discorsi, quasi fossi un ragazzo.