Due o tre volte ti amai senza conoscere
il tuo volto o il tuo nome.
In una voce, in una fiamma informe
cosí talora ci percuote un angelo
per essere adorato.
Persino quando giunsi dov’eri, uno splendente
un adorabile nulla io vidi.
Ma poiché la mia anima, che ha per figlio l’amore,
prende membra di carne o non può nulla,
l’amore non dev’esser piú sottile
della madre, ma anch’egli prender corpo:
e allora quel che eri e chi eri io chiedo
all’amore di chiedere; ed ora gli consento
di assumere il tuo corpo e far dimora
nel tuo labbro, nell’occhio e nella fronte…