Dirò sempre: dove sono?
che strana terra è questadi cui non ricordo il nome degli uccelli
per fare delle loro ali una palma?
Mi ritrovai qui all’improvviso
come un sonnambulo, come un cieco
colpendo col bastone le sedie, la porta,
orribili insetti alla finestra.
Da tempo mi trovo tra persone che amo,
in una bianca città
che ha le strade inclinate verso il cielo
e una fortezza senza buffoni né regine.
È possibile che qui le mie ossa siano
ignorate, è possibile che muoia
sognando un paese di datteri
e una barca turchese di naviganti fenici.
Nessun commento:
Posta un commento