27 ottobre 2017
Idea Vilariño - La mia eredità
La mia stanchezza
la mia angoscia
la mia allegria
la mia paura
la mia umiltà
le mie notti tutte
la mia nostalgia dell’anno
millenovecentotrenta
il mio senso comune
la mia ribellione.
Il mio sdegno
la mia crudeltà e la mia pena
il mio abbandono
il mio pianto
la mia agonia
la mia eredità irrinunciabile e dolorosa
la mia sofferenza
infine
la mia povera vita.
20 ottobre 2017
Charles Baudelaire - Profumo esotico
Quando, a occhi chiusi, una calda sera d'autunno,
respiro il profumo del tuo seno ardente,
vedo scorrere rive felici che abbagliano
i fuochi di un sole monotono;
una pigra isola in cui la natura
esprime alberi bizzarri e frutti saporosi,
uomini dal corpo snello e vigoroso
e donne che meravigliano per la franchezza degli occhi.
Guidato dal tuo profumo verso climi che incantano,
vedo un porto pieno d'alberi e di vele
ancora affaticati dall'onda marina,
mentre il profumo dei verdi tamarindi
che circola nell'aria e mi gonfia le narici,
si mescola nella mia anima al canto dei marinai.
13 ottobre 2017
Publius Vergilius Maro - Dall'Eneide (Didone)
La regina è affllitta adesso,
nutre una piaga nelle vene
e un fuoco chiuso la sta consumando.
Grande il valore di quell'uomo,
glorioso il suo nome,
infissi nel suo cuore il volto e le parole.
Il sonno non offre quiete alle sue membra.
L'aurora inizia a illuminare la terra
e caccia via l'ombra dal cielo.
Allora già piena d'amore
rivolta alla sorella dice:
"Anna, che incubo mi inchioda,
che portamento, che forza, che animo"
Non ne dubito, è di stirpe superiore,
quale destino lo attende... Una lunga guerra!
Confesso che lui solo mi ha scosso i sensi
e fatto tremare il cuore.
Conosco i segni della fiamma antica."
08 ottobre 2017
Pierre Reverdy - Colui che attende
È davvero l’autunno che ritorna
E si inizia a cantare
Ma nessuno
ci tiene
più di me
Io sarò l’ultimo
Ma non è così triste
come avevano detto
questa stagione pallida
Un po’ più di malinconia
Per darvi ragione
Il fumo interroga
Sarà lui oppure tu
a tesserne l’elogio
prima che arrivi il freddo
E aspetto
L’ultima luce
che sale nella notte
Ma la terra discende
E non tutto è finito
Un’ala la sostiene
Per tutto questo tempo
In fin dei conti io verrò con te
A chiudere la porta
Se tira troppo vento
02 ottobre 2017
In memoria di Pierluigi Cappello (1967-2017)
Da "Mandate a dire all'Imperatore"
Scrivo per te parole senza diminuitivi
senza nappe nè nastri, Chiara.
resto un uomo di montagna,
aperto alle ferite,
mi piace quando l'azzurro e le pietre si tengono
il suono dei "sì" pronunciati senza condizione,
dei "no" senza margini di dubbio;
penso che le parole rincorrano il silenzio
e che nel tuo odore di stagione buona
nel tuo sguardo più liscio dei sassi di fiume
esploda l'enigma del "sì" assordante che sei.
Scriverti è facile; e se potessi verserei
la conoscenza tutta intera delle nuvole
la punteggiatura del cosmo
la forza dei sette mari, i sette mari in te
nel bicchiere dei tuoi giorni incorrotti.
Ma non sono che un uomo, e quest'uomo
ti scrive da un tavolo ingombro
e piove, oggi, e anche la pioggia ha le sue beatitudini
sulla casa dalle grondaie rotte
quando quest'uomo ti pensa e fra tutte le parole da scegliere
non sa che l'inciampo nel dire come si resta
e come si freme
nel mistero del giorno nuovo in te
che prima non c'era
adesso c'è.
Iscriviti a:
Post (Atom)