Non canto le navi che ritornano,
le stelle che ricamano girasoli sul cinto dell’estate.
Né le rondini che volano nel cielo,
per prendere il sangue di un’alba e tingerne i fiori…
Di notte sellano i cavalli, di notte passano, all’alba si disperdono,
alla ricerca di uccelli piumati e di donne slanciate,
che brillano sui cuscini quando dormono la notte.
Brillano e sognano un grande amore,
un grande figlio.
Che abbia un sole nei capelli, una luna come specchio.
E l’aquila sul volto a vegliare sul suo sonno.
26 giugno 2020
19 giugno 2020
Dario Bellezza - Forse mi prende
Forse mi prende malinconia a letto
se ripenso alla mia vita tempesta e di
mattina alzandomi s’involano i vani
sogni e davanti alla zuppa di latte
annego i miei casi disperati.
Gli orli senza miele della tazza
screpolata ai quali mi attacco a bere
e nella gola scivola piano il mio
dolore che s’abbandona alle
immagini di ieri, quando tu c’eri.
Che peccato questa solitudine, questo
scrivere versi ascoltando il peccatore
cuore sempre nella stessa stanza
con due grandi finestre, un tavolo
e un lettino di scapolo in miseria.
E se l’orecchio poso al rumore solo
delle scale battute dal rimorso
sento la tua discesa corrosa
dalla speranza.
se ripenso alla mia vita tempesta e di
mattina alzandomi s’involano i vani
sogni e davanti alla zuppa di latte
annego i miei casi disperati.
Gli orli senza miele della tazza
screpolata ai quali mi attacco a bere
e nella gola scivola piano il mio
dolore che s’abbandona alle
immagini di ieri, quando tu c’eri.
Che peccato questa solitudine, questo
scrivere versi ascoltando il peccatore
cuore sempre nella stessa stanza
con due grandi finestre, un tavolo
e un lettino di scapolo in miseria.
E se l’orecchio poso al rumore solo
delle scale battute dal rimorso
sento la tua discesa corrosa
dalla speranza.
12 giugno 2020
Robert Desnos - Ti sognai così a lungo
Ti sognai così a lungo che hai perso la tua natura reale.
C’è ancora tempo per raggiungere questo corpo vivo e baciare su quella bocca la nascita della voce che mi è cara?
Ti sognai così a lungo che le mie braccia abituate, nello stringere la tua ombra, a incrociarsi sul mio petto non si piegherebbero, forse, lungo la linea del tuo corpo.
E, di fronte alla parvenza reale di ciò che mi assilla e governa da giorni e anni, è indubbio che diverrei un’ombra.
O altalene sentimentali.
Ti sognai così a lungo che non è, senza dubbio, più il momento di svegliarmi. Dormo in piedi, il corpo esposto a tutte le apparenze della vita e dell’amore e di te, la sola che conti davvero oggi per me, mi sarebbe più difficile toccare la tua fronte e le tue labbra rispetto alle labbra
e alla fronte del primo venuto.
Ti sognai così a lungo, ho così a lungo camminato, parlato, dormito con il tuo fantasma che non mi resta più
che essere fantasma tra i fantasmi e cento volte più ombra dell’ombra che passeggia e passeggerà allegramente
sul quadrante solare della tua vita.
C’è ancora tempo per raggiungere questo corpo vivo e baciare su quella bocca la nascita della voce che mi è cara?
Ti sognai così a lungo che le mie braccia abituate, nello stringere la tua ombra, a incrociarsi sul mio petto non si piegherebbero, forse, lungo la linea del tuo corpo.
E, di fronte alla parvenza reale di ciò che mi assilla e governa da giorni e anni, è indubbio che diverrei un’ombra.
O altalene sentimentali.
Ti sognai così a lungo che non è, senza dubbio, più il momento di svegliarmi. Dormo in piedi, il corpo esposto a tutte le apparenze della vita e dell’amore e di te, la sola che conti davvero oggi per me, mi sarebbe più difficile toccare la tua fronte e le tue labbra rispetto alle labbra
e alla fronte del primo venuto.
Ti sognai così a lungo, ho così a lungo camminato, parlato, dormito con il tuo fantasma che non mi resta più
che essere fantasma tra i fantasmi e cento volte più ombra dell’ombra che passeggia e passeggerà allegramente
sul quadrante solare della tua vita.
05 giugno 2020
Osip Mandelstam - Silentium
Lei dal suo mare non è ancora nata,
Lei è musica ed è insieme parola:
È il legame che mai si potrà sciogliere
Fra tutto ciò che vive nel creato.
Respirano calmi i seni delle onde,
Ma un chiarore impazzito il giorno illumina,
E stanno i lillà scialbi della schiuma
Dentro un vaso color celeste-nero.
Ritrovino le mie labbra,
Recuperino
la mutezza lontana,
Primordiale,
simile a una nota di cristallo
Che vibra, fin dal suo nascere, pura.
Rimani quel che sei – schiuma, o Afrodite,
Tu, parola, rifluisci in musica,
Vergognati del cuore,
O cuore, fuso
con l’elemento primo della vita.
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